venerdì 14 novembre 2014

recensione di Fiorella Cappelli

E’ il cuore, l’interprete principale che si lascia sfogliare. Il cuore ama, spera, soffre, rimane imprigionato: “e nonostante il mio viaggiare/ alla ricerca dell’amore/ sono rimasto imprigionato/ dal mio cuore/”. Un cuore vulnerabile che trattiene le emozioni e le libera attraverso una immaginabile finestra sul mondo, quando è la malinconia ad assalirlo “ /Tutto appare confuso/ innaturale e ti senti più/ vulnerabile/ allora in quei giorni/ apro la finestra/liberando le emozioni/”.
“Dalla Finestra” è il titolo della prima silloge di Marco Grattoni, quarantatré poesie racchiuse in cinquantatré pagine volano in verso libero alla ricerca del desiderio incolmabile dell’amore perduto, in un viaggio illuminato dalla luna, reso freddo dal silenzio delle notti solitarie ed inquiete: “non cerco nessuno/ in questa città fantasma/ respiro il silenzio/ l’amante che ho sempre respinto/”.
La semplicità del linguaggio diretto, la purezza dei sentimenti attraverso percorsi vissuti, rendono il lettore partecipe delle emozioni raccolte e lasciate sospese.

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